Vincenzo Sergi e Pierluigi Ferraro, funzionario responsabile del Comune e amministratore della Sercom, la società che ha fornito l’autovelox, sono accusati entrambi di concorso in abuso d’ufficio e, nel caso del funzionario, anche di falso.
Quasi un centinaio di automobilisti si sono già costituiti parte civile, ma il collegio presieduto dal giudice Mauro Grandesso si è riservato di ammetterne altri 44 che si sono presentati ieri mattina, giorno della prima udienza del processo per l’autovelox di Las Plassas.
È iniziato poco prima delle 11, nell’aula della prima sezione penale del Tribunale di Cagliari, il processo a Vincenzo Sergi e Pierluigi Ferraro, funzionario responsabile del Comune e amministratore della Sercom, la società che ha fornito l’apparecchiatura elettronica per il controllo della velocità che negli anni scorsi ha distribuito valanghe di multe. Sono accusati entrambi di concorso in abuso d’ufficio e, nel caso del funzionario, anche di falso. Rigettata, dopo una breve camera di consiglio, l’istanza formulata dagli avvocati difensori Gianrico Ranaldi e Luigi Pau che si erano opposti alla costituzione di parte civile degli automobilisti. Una richiesta a cui si sono accodati anche i legali che rappresentano il Comune e la società Sercom, Alessandro Meloni e Corrado D’Alessandro. Ma il collegio presieduto da Grandesso, tornato in aula dopo la camera di consiglio, ha deciso di ammetterli tutti e 92, riservandosi di decidere su altri 44. Tutte le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Renato Chiesa, Pierandrea Setzu e Claudia Mura.
IL PROCESSO Al processo si è arrivati dopo una lunga inchiesta, nata dagli esposti presentati in Procura dall’associazione “La Casa dei diritti”. Due anni di indagini, condotte dal pm Emanuele Secci, che hanno cercato di ricostruire le fasi che hanno reso possibile la sistemazione dell’apparecchiatura che, nel giro di pochi mesi nel 2006, distribuì oltre 16 mila sanzioni. In particolare – stando all’accusa – l’autovelox sarebbe stato installato senza una gara d’appalto e con un accordo che avrebbe previsto anche delle provvigioni sugli incassi. Contestata dall’accusa una determina del 9 marzo 2007 che assegnava, senza evidenza pubblica, l’istallazione e la manutenzione dell’autovelox alla Sercom (che per contratto otteneva il 37 per cento degli importi delle contravvenzioni).
FALSO L’accusa di falso, invece, riguarderebbe il sistema di contestazione delle sanzioni. Per anni, il Traffiphot (questo il nome dell’autovelox) di Las Plassas ha attirato le ire degli automobilisti che si vedevano recapitare a casa le multe. Il prossimo 4 maggio il collegio della prima sezione penale del Tribunale scioglierà la riserva sulla costituzione degli altri 44 cittadini che si sono presentati, tutti automobilisti che avevano ricevuto una multa.
Fonte: Unione Sarda, Giovedì 14 aprile 2011