Il paese in grande difficoltà cerca strade per sopravvivere. Successo dell’emporio dell’usato: «Ma pagano a rate».
La crisi economica spinge allo scambio di merci che avveniva nel passato. Il barattare, cioè lo scambio diretto di beni corrispondenti per valore, sta suscitando nelle persone del territorio un notevole interesse. Il nuovo emporio dell’usato – aperto nei locali dell’ex Consorzio agrario – è diventato ormai un punto di riferimento per tantissime persone di Marmilla, Sarcidano e Trexenta. «Gli oggetti più richiesti sono frigoriferi a 90 euro, tv a 50 euro, armadi 250 euro, lampadari, oggettistica e tantissimo abbigliamento. In molti casi, nonostante i prezzi ridotti, si chiede anche di pagare in due o tre rate», sottolinea Lucia Porceddu, 32 anni, titolare dell’emporio.
Tra l’altro sono tanti i casi in cui le famiglie si scambiano prodotti e merci di vario tipo. È l’arte di arrangiarsi. Il produttore d’olio d’oliva, ingrediente indispensabile in cucina, lo cede in cambio di un maialetto e un agnello. Il produttore di vino scambia alla pari col possessore di legna da ardere; l’ortolano dà verdura e frutta ricompensato magari con polli ruspanti e uova fresche; l’agricoltore scambia i vari legumi con latte e formaggio dell’allevatore. È il sintomo che anche nelle zone interne della Sardegna la crisi economica colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli, costrette appunto, con dignità e inventiva, a barattare i propri beni.
Fonte: Carlo Fadda, Unione Sarda