L’autovelox arriva in Tribunale

Rinviati a giudizio dipendente comunale e fornitore (Comune e Ser.com.), responsabili civili
Il 16 aprile al via il processo ai due imputati

Centocinquanta automobilisti multati si costituiscono parte civile. Il giudice dell’udienza preliminare di Cagliari rinvia a giudizio anche il Comune e la Ser. Com. come responsabili civili. L’inchiesta è partita dopo il ricorso di 200 persone.

Tutti a giudizio: il dipendente comunale e il fornitore come imputati, il Comune e la Ser.com. come responsabili civili. Processo pubblico a Cagliari il 16 aprile. Ci saranno, come parte civile, anche 150 automobilisti multati per un eccesso di velocità registrato dall’autovelox installato all’ingresso di Las Plassas.
Il dipendente comunale Vincenzo Sergi e l’amministratore della Ser. Com. Pierluigi Ferrari, saranno processati per abuso d’ufficio, il solo Serci anche per falso.
Secondo l’accusa a Las Plassas c’era un vero e proprio accordo tra dipendenti comunali e imprenditori privati, intesa che aveva consentito alla società Ser. Com. di ottenere, senza gara d’appalto, la gestione di un autovelox nel centro urbano e di incassare il 37 per cento delle somme inflitte come sanzione a chi superava i limiti di velocità; l’occhio elettronico era stato sistemato illegittimamente nel mezzo del paese, in violazione di ben due disposizione prefettizie; non c’erano, come previsto dalla legge, pubblici ufficiali e cartelli che indicassero la presenza di quello strumento; in Comune avevano fatto credere falsamente che, al momento di rilevare la velocità, fosse presente un agente della polizia municipale.
Secondo l’accusa Sergi, invece di bandire una gara d’appalto, visto che si trattava di un importo superiore ai 25.000 euro, aveva incaricato la Ser. Com. di gestire a Las Plassas l’autovelox. Così facendo aveva procurato alla società un ingiusto vantaggio patrimoniale e garantito un illegittimo introito pari al 37 per cento dell’importo incassato dalle multe elevate nel tempo. Non solo: Sergi compilava i verbali di accertamento delle violazioni del codice stradale dando falsamente atto che nel momento in cui l’infrazione veniva accertata fosse presente un agente della polizia municipale. La Procura ha valutato illegittima anche la sistemazione dell’autovelox all’interno del centro urbano, decisione presa dal Comune e giudicata contraria a quanto disposto dal prefetto il 18 giugno 2003 e il 12 giugno 2006. Era illecita pure l’assenza della polizia stradale sul posto, prevista dalla legge nel momento in cui si accerti la violazione del codice della strada, e quella di specifici cartelli segnaletici che indicassero la presenza del rilevatore di velocità.
L’inchiesta è partita dopo il ricorso presentato da 200 automobilisti. C’era il sospetto che l’autovelox fosse stato manipolato (inizialmente si indagava per truffa), visto che una semplice operazione che non lasciava traccia consentiva di variare la velocità rilevata ma, quando gli inquirenti sono andati a sequestrare il macchinario, era ormai stato scollegato, da due giorni.

Fonte: Unione Sarda, Mercoledì 26 gennaio 2011


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